...Segreti e richiami
Occuparsi dell’esistenza di un festival è come coltivare un fiore, tanti fiori, un giardino di fiori.
Ci si occupa di proteggere e fare esistere la bellezza, come valore interiore, non certo come oggetto estetico. Forse meglio, si cercano strade per percorrere le complessità dell’esistenza. È qualcosa che ha a che vedere con la speranza, la speranza che riusciamo a mantenere nella nostra vita, sempre più travolta da un vuoto frastuono quotidiano, uno spazio intimo, fisico e spirituale per l’ascolto. Uno spazio nel quale poter cogliere i suoni segreti (il segreto dei suoni...) e ascoltare i sacri richiami. Il luogo dove la musica vive perché ascoltata, salvata dalla dimenticanza, dalla distrazione, dal grigio sottofondo della giostra mercantile.
Perché solo questo ci chiede la musica, per essere: di essere ascoltata, di poter raggiungere, attraverso l’orecchio, il nostro cuore. E scopriamo così che l’ascolto, anche quando socialmente condiviso, è interiore, intimo, separato, segreto.
Il nostro sincero ringraziamento va a tutti coloro, Istituzioni pubbliche e amici privati, che ci accompagnano in questa avventura e che sostengono con entusiasmo e fiducia il nostro lavoro.
Benvenuti a ParmaJazz Frontiere 2006.
Roberto Bonati
Artisti
Vassilis Tsabropoulos & Anja Lechner, Vincenzo Mingiardi - Stafano Battaglia - Roberto Bonati, Eugenio Colombo con le Bande di Borgotaro e Fornovo, Paolo Fresu & Dhafer Youssef, Tea Trio, Bruno Tommaso e la Classe di Jazz del Conservatorio A. Boito di Parma, Anouar Brahem, Gianluigi Trovesi & Gianni Coscia, Manfred Eicher