ParmaJazz Frontiere festival 2011 - XVI edizione

Tempo di Pietra - 24 novembre / 4 dicembre 2011

Tempo di pietra
vuole
Musica come pietra
Ruvida
dei segni di un tempo eterno segnata
Solo modellata dalle acque lente del diluvio
Dai venti forti del mare
Musica
Come pietra nuda
Forte

Ho fatto un sogno questa notte. Non è un sogno come “I had a dream...” ma è pur sempre una cosa.
Ci sono dei cd, i minus one, che contengono brani musicali sui quali il musicista può esercitarsi escludendo sul canale destro o sinistro dello stereo il suo strumento e suonare al posto dell’originale. Non amo questo genere di esercizio musicale che trovo solipsistico e antimusicale ma nel sogno mio figlio, giovane batterista, aveva una serie di cd minus one tutti con lo stesso brano solo che la musica, di cd in cd, spariva, ne venivano cancellate delle parti – più o meno come in Disintegration Loops di William Basinsky - e lui non poteva più ascoltarla e piangeva perchè mi diceva che gli stavano portando via la musica... I tempi sono ormai maturi perché tutti noi, musicisti, organizzatori, istituzioni e pubblico affrontiamo la situazione di estremo degrado culturale e civile nella quale viviamo e mettiamo in atto una riflessione sul fare musica e sul nostro essere nella musica. Assistiamo ogni giorno alla roboante creazione di eventi musicali e ad una proliferazione di piccole e grandi star, più o meno giovani, perfettamente inglobate, utilizzate e promosse da un sistema nel quale la centralità della Musica è stata da tempo negata. Prima vengono i nomi ed i fuochi d’artificio, poi la musica. Questa situazione iniziata negli anni novanta, ha avuto negli ultimi anni un’accelerazione che pare inarrestabile mentre complice e facile alibi è stata anche la crisi economica con le sue pesanti ripercussioni sul mondo della cultura, che ha favorito scelte culturali che hanno perso di vista il vero (s)oggetto del discorso a vantaggio di una concezione mercantile basata sulla potenzialità mediatica e sul profitto che un evento si pensa possa portare in termini economici. Non dovremmo forse chiederci quali sono le ragioni profonde della musica ed imparare, magari proprio grazie a questa micidiale mancanza di fondi, a rinnovarci nella consapevolezza dei valori che hanno motivato il lavoro di questi anni? Forse cambiando i luoghi, i modi, declinando le scelte con sempre maggiore audacia mantenendo costantemente al centro la passione per il non-conosciuto, per il non risolto nella tensione di rivelare con semplicità i complessi percorsi dell’oggi. Per ridare alla musica lo spazio di dedica che chiede e perché il sogno di cui sopra non diventi incubo.
Benvenuti a ParmaJazz Frontiere 2011

Roberto Bonati

 

 

 

 

 

 

 

 

Artisti

Roberto Bonati Trio, Arve Henriksen Trio, John Surman e la Big Band di Bergen, Ruvido Insieme, Luca Perciballi & Mattia Scappini, Pollok Project, Bobo Stenson Trio, Cristina Zavalloni & Andrea Rebaudengo, Leonardo Caligiuri & Enzo Frassi, Emanuele Cappa & Diego Baioni, Luca Perciballi Trio, Claudio Morenghi Trio, Alberto Ferretti & Diego Baioni, Domenico Mirra, Q Ensemble, Fabio Frambati Quartet