In una pubblicazione del 2008 Giorgio Gaslini fu definito “lo sciamano del jazz” (autrice del libro è Lucrezia De Domizio Durini); una sintesi felice, se pensiamo alla vicenda umana e artistica di questo grandissimo Maestro, forte di una pratica che si fa etica di vita e soprattutto tramite per intere generazioni di musicisti. Certo, la sua lotta perché il jazz divenisse materia di studio in tutti i conservatori italiani segnò la storia (nel 1972 la sua prima cattedra al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma e nel 1979 al Conservatorio G. Verdi di Milano), ma ciò che rende straordinaria la sua figura di artista e formatore è la fiducia che riponeva nei giovai talenti che con grande sensibilità individuava e sosteneva in ogni modo. Fu un Maestro, nel senso più pieno e più ricco della parola. Indicò nuove frontiere artistiche ma fu anche guida per tanti musicisti che muovevano i primi passi sulla scena. La decisione dell’Istituto Manara, in collaborazione con il Comune di Borgo Val di Taro (dove Giorgio Gaslini scelse di abitare negli ultimi vent’anni) di istituire un Premio Internazionale alla sua memoria destinato a un giovane talento è più di un mero omaggio, è la prosecuzione del lavoro di quello che fu il teorico della musica totale. Il Premio vuole dare un sostegno concreto ai giovani musicisti, offrendo un contributo in denaro e la possibilità di una circuitazione. Luca Perciballi, chitarrista e compositore trentaduenne di Modena, è il vincitore della seconda edizione del Premio Internazionale Giorgio Gaslini. L’autorevole giuria, composta da Franco D’Andrea, Roberto Bonati e Bruno Tommaso, ha valutato alcuni nomi fra le migliori proposte del panorama musicale emergente, ed ha scelto questo giovane chitarrista che, nel suo combinare magistralmente la composizione e l’improvvisazione, esplorando costantemente, ha saputo interpretare al meglio la filosofia di “musica totale” delineata dal Maestro Gaslini. ParmaJazz Frontiere festival, coerente con la propria missione rivolta alla valorizzazione dei nuovi talenti, propone in questa serata l’esibizione di Luca Perciballi come solista.
Roberto Bonati, direzione
Diletta Longhi, voce
Isabella Navarria, voce
Elena Rosselli, voce
Caterina Biagiarelli, flauto
Tomas Marvasi, clarinetto basso
Fabio Frambati, tromba
Gabriele Fava, sax tenore
Alessandro Di Pasquale, sax tenore
Claudio Morenghi, sax soprano
Manuel Caliumi, sax contralto
Daniele Nasi, sax contralto
Roberta Baldizzone, pianoforte
Andrea Goretti, tastiera
Sarah Valentina Pelosi, violino
Paolo Ricci, violino
Lucia Pastorini, violoncello
Luisa Montagna, violoncello
Andrea Grossi, contrabbasso
Giacomo Marzi, contrabbasso
La scrittura chironomica nasce quando la trasmissione per via orale diviene insufficiente. Inizialmente fatta di piccoli segni messi sopra le sillabe del testo, consentiva al praecentor di dirigere i cantori con il movimento della mano, che a sua volta imprime l’andamento della melodia e lo trasmette. Ricordiamo la profonda innovazione innescata da Guido d’Arezzo, monaco benedettino vissuto a cavallo dell’anno Mille, con l’introduzione sia delle sillabe che denotavano l’esacordo musicale (i nomi delle note Ut-Re-Mi-Fa-Sol-La-Si), ponendo le basi del moderno solfeggio, sia di un sistema noto come “mano guidoniana” che permetteva la visualizzazione dei semitoni e della posizione dell'esacordo stesso.Per insegnare il sistema, l'insegnante indicava una serie di note sul palmo della mano, e lo studente doveva cantarle, utilizzando i gesti usati nel solfeggio.
Le mani suggeriscono la voce degli strumenti, li sfiorano, li pizzicano, li percuotono, dirigono il fiato in un punto preciso; le mani fanno la musica. Qui il gesto di chi dirige si fa sistema e crea le condizioni per l’interpretazione e l’interazione dei musicisti, che ricevono un’indicazione intorno al “cosa” ma hanno grande libertà di scelta sul “come”; in questo gioco di equilibrismi sonori ognuno trova la massima espressione in una relazione che non è già data, ma si costruisce insieme nel “qui ed ora”. Con eleganza.