ParmaJazz Frontiere festival 1998 - III edizione

20 / 22 novembre 1998

Considerazioni sul passato, appunti per il futuro

1996, 1997, 1998: dopo i primi tre anni si può formulare qualche piccola considerazione tra il serio ed il marxiano (nel senso di Groucho).
Come fortunatamente spesso succede in democrazia, le scuole di pensiero a proposito di "Peppino" preso come "nume tutelare" sono tra loro diverse e a volte divise...
Alcuni lo credono accigliato, altri stupito e qualcuno è pronto a giurare di averlo visto strizzare l'occhio, nel buio della notte parmigiana, ad alcuni musicisti del festival che passavano sotto lo stendardo di Piazza Garibaldi...Senz'altro ci sentiamo di avanzare qualche perplessità nei confronti di coloro che sostengono che, lo scorso anno, abbia invitato a cena (?!), a nostra insaputa, l'affascinante cantante Maria Pia de Vito e le sue sinuose danzatrici Raffaella Giordano e Anna Boschetti... Certo è che, come scrissi nella presentazione della prima edizione di ParmaJazz Frontiere, bene abbiamo fatto a non "lasciarlo a casa proprio in occasione di questa grande festa...non ce l'avrebbe davvero perdonato". Sembra infatti che si stia esercitando al sassofono per partecipare, con l'inseparabile amico e contrabbassista Giovanni Bottesini alle celebrazioni in suo onore che stiamo tramando per il 2001...

ParmaJazz Frontiere sta diventando di anno in anno una realtà sempre più importante nel panorama artistico e culturale nazionale ed europeo. Ciò è stato possibile grazie (oltre che alla protezione del nume tutelare di cui sopra) alla passione, alla caparbietà ed alla professionalità di tutti coloro che hanno preso parte alla creazione di questo festival.

Desidero innanzitutto, in questa occasione, esprimere la mia profonda gratitudine alla Fondazione Monte di Parma, senza il cui prezioso contributo il festival non sarebbe esistito, all'Assessorato alla Cultura per l'attenzione che ha dimostrato nel proseguimento dell'iniziativa, ed al Teatro Stabile per la premurosa ospitalità ed attenzione che da sempre ci riserva.
Inoltre un ringraziamento particolare al Teato regio, al suo direttore Prof. Gian Piero Rubiconi ed al sindaco Elvio Ubaldi i quali hanno preso profondamente a cuore il festival dandogli, all'interno del Teatro, una "centrale operativa" coordinata dall'appassionato e puntuale lavoro di Luciano Barbacini che (non so come ma un modo ci deve essere) vorrei proporre insieme a Mariella Zanni per la carica di "angeli custodi" di ParmaJazz Frontiere. Il Teatro Regio (che per la prima volta ospita al suo interno uno dei concerti del festival) ha così nuovamente dimostrato una chiara volontà di fare rivivere la grande tradizione culturale e musicale del teatro e della città non solo nei confronti del repertorio classico ma utilizzandola anche come trampolino verso la contemporaneità ed il futuro e dando così al termine "tradizione" il suo reale significato di "portare oltre", portare oltre un testimone di civiltà affinchè possa essere linfa vitale per nuove creazioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ParmaJazz Frontiere si presenta quest'anno con un programma particolarmente ricco di apuntamenti ma ciò che più conta è che il festival sta mantenendo fede agli obiettivi artistici che si è prefisso fin dall'inizio: rifuggire una concezione "museale" o revivalistica della musica per porsi come momento di produzione musicale e come organismo duttile, elastico, situato verso "immaginarie frontiere" che possano essere un luogo di incontro, fisico e spirituale, tra le multiformi culture ed i diversi linguaggi artistici che caratterizzano il nostro "villaggio globale" in questa fine di millennio.

Da questo assunto fondamentale sono nati, all'interno del Festival, lo "Spazio Nuove Proposte", lo "Spazio Danza", il recupero della tradizione, l'attenzione per la musica classica extra-europea ed una generale volontà di presentare un panorama musicale quanto più possibile completo e di grande qualità artistica.
Abbiamo ancora tanta strada da fare, siamo solo all'inizio e devo confessare che tante sono le produzioni in cantiere, produzioni di "frontiera" con teatro, cinema, poesia, fotografia...
Continueremo ad impegnarci con passione con l'aiuto di tutti gli artisti coinvolti e del pubblico che ci ha finora sostenuti con la sua calorosa partecipazione.
A tutti voi grazie di essere qui e benvenuti a ParmaJazz Fontiere 1998.

Roberto Bonati

Artisti

Banda Roncati, Roberto Ottaviano, Flavia Bucciero ed Eugenio Colombo, Italian Instabile Orchestra, Daniele Cavallanti e Tiziano Tononi, Jazz Ensemble Ainulindale, Kudsi Erguner e Bruno Caillat, Azimuth Trio, Stefano Battaglia, ParmaFrontiere Orchestra, Johnny Griffin