ingresso: libero
Giulio Visibelli | sassofoni, flauto
Pino Ninfa | fotografie
Fotografia e jazz partecipano della dimensione dell’istantaneo. Sono (anche) l’arte di raccontare l’emozione, la storia di un singolo momento: dell’irripetibile. Di più, entrambe richiedono, allo stesso tempo, intuito assoluto e padronanza totale delle rispettive tecniche. La fotografia ha sempre accompagnato la storia del jazz, divenendone spesso un corredo essenziale. Sono innumerevoli i libri fotografici che raccontano, per attimi, la lunga vicenda della musica afro-americana.
Più raramente e solo di recente le due arti hanno interagito direttamente, divenendo parti consapevoli di uno stesso progetto poetico. Su questa strada si muovono Pino Ninfa, uno degli artisti più noti nel campo (è stato il fotografo ufficiale di vari festival) e Giulio Visibelli, improvvisatore di lungo corso che ha collaborato con i nomi più importanti della scena jazzistica, italiana e non.
Il percorso lungo il quale si muoveranno le foto e le improvvisazioni musicali è quello dei luoghi abbandonati: fabbriche, palazzi, paesi interi. Un viaggio in una memoria malinconica e pungente, nell’insensatezza di un tempo come il nostro che consuma e distrugge ricordi e territori, storie e identità.
Ninfa è artista attento da sempre ai temi sociali. Visibelli, jazzista a tutto tondo, sente la “saudade” dei suoni e dei colori del passato, del profumo della memoria, tanto che due anni fa ha inciso un singolare omaggio al mondo dell’operetta italiana.
Marco Buttafuoco