ingresso: libero
Autore di “Jazz Area” presenta il suo libro e commenta il volume di CLEMENTINE DEROUDILLE, “Doisneau e la musica”
Conduce l’incontro Alessandro Rigolli
Il libro di Roberto Masotti appare come una sorta di taccuino, un diario di viaggio dove sono state annotate le immagini di un tragitto che viene ricostruito lungo quasi cinquant’anni di incontri, ascolti e, naturalmente, fugaci, irripetibili visioni rese immortali e custodite in queste pagine. Dalla prima foto che pone inizio al viaggio e che immortala la formazione Detroit Free Jazz, con Art Fletcher, Don Moye e Ron Miller al Conservatorio di Bologna nel 1968, alle mani in soggettiva di Lawrence Casserley (2016), lo sguardo di Masotti ci restituisce una sorta di personale pellegrinaggio nella musica jazz nel quale i protagonisti non vengono solo ripresi, ma “incontrati”, restituiti nei loro gesti espressivi, le cui immagini plasmano idealmente l’atto sonoro e musicale.
“Come dico sempre, sono approdato alla fotografia attraverso l’orecchio: da giovane strimpellavo il violino, fin dall’età di cinque anni. Quando andavo al Kremlin-Bicêntre, avevo un insegnante molto elegante, che piaceva molto alle signore [...]. La cattedra era collocata sotto un grande specchio. Vi si vedeva la stanza alle mie spalle – vedevo la signorina che dava lezioni di piano, con i capelli come raggi di sole, e il mio insegnante di violino che la osservava attentamente. In quella sorta di specchietto retrovisore improvvisato aveva così inizio un balletto di cui ero il direttore d’orchestra... La mia capacità di osservazione diventò molto acuta”.
Robert Doisneau