ingresso: libero
Veronica Caprari, Tommaso Olivieri | flauto
Benedetta Pozzi | fagotto
Matteo Scalvini | tromba
Franco Bernardi, Mattia Cancelliere, Giulia Menegardi, Francesco Zatti, | chitarra
Ilaria Amico | pianoforte
Demien Aimi, Lucas Lopez, Martino Mora | percussioni
Il termine "Third Stream" fu coniato ufficialmente nel 1957, ma già da qualche anno le due anime del movimento, il bianco Gunther Schuller e il nero John Lewis, avevano dato vita a diverse incisioni che ben dimostravano il loro intento: intrecciare le tecniche di scrittura e di esecuzione del jazz e della musica accademica (soprattutto contemporanea).
Questa idea di fondo affascinò molti musicisti di primissimo piano: da Miles Davis a Charles Mingus, da Gil Evans a George Russell… sarebbe forse più semplice stilare un elenco di quei musicisti che non furono attratti, per un verso o per l’altro, dall’utopia della “Terza Corrente” che così diede vita ad un ventaglio di concezioni musicali che oggi nessuno immaginerebbe di attribuire a una “terra di nessuno” distinta dal Jazz, e il cui merito è stato quello di creare un territorio comune per gli esecutori delle due scuole nel tentativo, riuscito, di fondere i due diversi ordini di studi musicali.
Si consolida il progetto formativo che ParmaFrontiere rivolge da diversi anni agli adolescenti in occasione del festival, in collaborazione con il Liceo Musicale “A. Bertolucci”.
Quest’anno il laboratorio si propone di esplorare quel territorio musicale di confine tra il jazz e la musica classica del ‘900 che dagli albori negli anni ‘50-‘60 continua ad essere frequentato da molti musicisti europei, jazzisti e non, compositori e solisti con i quali Mario Arcari ha collaborato in Italia e all’estero: dai Six Mobiles di R. Ottaviano al Gruppo Contemporaneo di G. Mazzon negli anni ’80, fino alla Band di Katia Labèque (con Viktoria Mullova e Giovanni Sollima) passando per il Pipetett di Franz Koglmann (e solisti del calibro di Steve Lacy, Paul Bley, Ran Blake), le Conduction di Butch Morris e l’Orchestra Parma Jazz Frontiere diretta da R. Bonati o per l’Holland Festival nei progetti di Guus Janssen e Gerry Hemingway (col violoncellista Ernst Reijseger e il fagottista Michael Rabinowitz) così come nell’Ensemble diretto da Paolo Silvestri per Javier Girotto.
L’esecuzione in forma di concerto delle partiture che meglio si prestino ad affrontare la prassi esecutiva ed improvvisativa di questo repertorio è quanto sarà presentato dagli allievi del Bertolucci, diretti dallo stesso Mario Arcari.