ParmaJazz Frontiere è da sempre un festival di produzione, oltre che di ospitalità; un luogo sia metaforico che fisico in cui l’incontro tra artisti di diverse culture e dalle più svariate pratiche può trovare accoglienza e concretizzarsi. È forse utile, per una volta, spiegare come funziona un progetto di residenza produttiva, vale a dire, come si dipana l’iter che porta a un lavoro finito. Possiamo descrivervi il nostro percorso.
Roberto Bonati è il direttore artistico di ParmaJazz Frontiere ma anche il titolare della “Cattedra di Composizione Jazz e Improvvisazione” al Conservatorio Arrigo Boito di Parma, nonché capo del dipartimento “Nuove Tecnologie e Linguaggi Musicali” presso lo stesso istituto. Il desiderio di offrire agli allievi l’opportunità di crescere in modo inedito rispetto alla consueta proposta formativa lo ha spinto a cercare una possibile collaborazione con altri musicisti e formatori di accademie europee.
Si è formato così un gruppo di tutor: Anders Jormin (contrabbassista e compositore), dal dipartimento di Jazz dell’Academy of Music and Drama di Göteborg; Tor Yttredal, sassofonista e compositore, capo dipartimento Jazz dell’Università di Stavanger e Thomas Torstrup (pianista, organista e compositore) anch’egli dall’Univeristà di Stavanger; Morten Halle (sassofonista e compositore), direttore del “Dipartimento per la musica improvvisata, il jazz e la musica folk” alla Norwegian Academy of Music di Oslo e lo stesso Roberto Bonati per il Conservatorio A. Boito di Parma. Ogni tutor ha scelto tre elementi tra i propri allievi per costruire l’organico dello European Academy Ensemble. La formazione ha inoltre una struttura mobile e fluida che può accogliere altri elementi (o sceglierne solo alcuni) a seconda dei progetti da sviluppare;
La serata che vi proponiamo è il risultato di un processo che parte dal lavoro di scrittura, che viene svolto autonomamente presso la propria sede e prosegue con un periodo intensivo di prove durante le giornate di residenza a Parma; la scrittura in sé è formulata in modo tale da prevedere sempre un margine di creazione e apporto personale nell’interpretazione. I giovani musicisti-compositori hanno occasione di entrare in dinamiche relazionali e compositive attraverso un bagaglio culturale e d’esperienza variegati.
Gli obiettivi a lungo termine sono essenzialmente: continuare a coltivare il talento per creare un ensemble che possa proporsi in ambito europeo e accogliere nuove istanze, nonché creare una rete di relazioni tra enti di formazione e, soprattutto, tra gli stessi musicisti per favorire il desiderio di conoscenza e scambio continui.