ParmaJazz Frontiere Festival 2019 - XXIV edizione

Antiche Presenze Futuri Misteri - 25 ottobre / 2 dicembre 2019

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“Il volto dell’arte moderna ricorda da vicino il suo prototipo arcaico. Non è più un segreto che il nostro passato, la scultura negra e l’arte arcaica dell’Egeo siano stati dei potenti catalizzatori nell’arte d’oggigiorno. E la gran parte dei nostri artisti più avveduti – che abbiano fatto posare i modelli nel loro atelier o li abbiano trovati dentro di loro – ha deformato il presente per conformarsi alle forme di Ninive, del Nilo e della piana della Mesopotamia.

È un principio largamente accettato tra i pittori che non importa cosa si dipinge purché sia dipinto bene. È l’essenza dell’accademismo. Non esiste qualcosa come una buona pittura sul nulla. Rivendichiamo la crucialità del soggetto e il contenuto tragico ed eterno come l’unico valido. Per questo professiamo un’affinità spirituale con l’arte primitiva e arcaica”.

Mark Rothko, 1943

 

 

“Ogni espressione primitiva manifesta la costante consapevolezza di forze esuberanti, la presenza immediata del terrore e dello sgomento, la ricognizione e l’accettazione della ferocia del mondo naturale come dell’eterna precarietà della vita”. 

Adolph Gottlieb, 1943

 

 

Mi piace pensare che veniamo da molto lontano. Lontano nel tempo. Mi piace ascoltare dentro di me, nei miei geni, i suoni antichi, l’eco di un tempo in cui l’aspetto spirituale dell’arte era centrale, in cui la musica era più fortemente vissuta nella sfera del sacro.

Perché non si tratta di decorare, né di intrattenere ma di porre domande, di aprire porte misteriose affacciate sul rischio e, nello stesso tempo, di riuscire, ancora una volta, a creare uno spazio dove la musica possa essere, crearsi, essere ascoltata. Un temenos nel quale poter suonare, danzare, dipingere, ricercare. 

 

Roberto Bonati

 

Benvenuti a ParmaJazz Frontiere 2019

Buon Festival a tutti!